G.F. Marcato


S. MARIA ROSSA - Crescenzago (MI)
RESTAURO TOT. INTERNO CON SCOPERTA CICLO AFFRESCHI XXIII S

STRUTTURA ARCHITETTONICA E APPARATO DECORATIVO

Insigne esempio di “architettura lombarda cistercense”, la Chiesa risale al XII sec. La totalità delle superfici interne della Chiesa, organizzata in tre navate, è in stile lombardo-gotico, compreso il Cristo Pantocratore del Catino absidale. Totalmente rimaneggiata in un intervento del 1922, i lavori conferirono all’edificio un impianto decorativo in stile finto medievale. Anche l’architettura mostra i tipici  segni dell'epoca in cui i canoni di costruzione romanica si incontrano con i nuovi modelli che daranno vita allo stile gotico. Il materiale costruttivo usato per le strutture esterne è il cotto, di colore tipicamente rosso, dal quale la Chiesa trae il suo nome.

INTERVENTO

L’intervento ha visto il recupero e restauro totale del ciclo di affreschi del XIII sec.(mq. 500 ca) e dei materiali lapidei (cotto e pietra). A partire dal settore dell’Abside, dove anche il Cristo non era stato dispensato dai ritocchi degli anni ‘20, sono inizialmente stati eseguiti sondaggi stratigrafici che hanno rivelato la presenza di dipinti di epoca medievale al di sotto le decorazioni superficiali. Il prezioso ciclo di affreschi del Trecento, scoperto durante i lavori di restauro, interessava inoltre tutte le superfici del Presbiterio e della Navata. La  decorazione è infatti forse oggi l’unica, tra i cicli murali duecenteschi pervenutici, a serbare, all’interno del frammentario contesto pittorico milanese del periodo, la quasi totalità delle sue raffigurazioni. Di S. Maria Rossa colpisce pertanto non soltanto l’importanza dei lavori dal punto di vista artistico, ma anche la qualità, estensione e bellezza del ciclo pittorico stesso, in cui si riescono a leggere alcuni episodi della vita di Maria, compreso l’annuncio della sua morte da parte dell’arcangelo Michele; una scena rarissima nella storia dell’arte, ispirata da un racconto dei Vangeli apocrifi. La chiesa era infatti stata decorata con l’intento di onorare le celebrazioni funebri: a parte appunto il racconto della morte della Vergine, ci sono dei simboli specifici, come per esempio il grifone, guardiano del luogo sacro, accompagnatore e difensore dei defunti. Durante i restauri, nella Cappella della Madonna è stata anche recuperata una pregevole finta architettura del Seicento. In conclusione, obiettivo dei lavori è stato quindi portare alla luce le superfici affrescate del XIII e del XVII sec. (Cappella) attraverso il completo discialbo delle più recenti intonacature e pitturazioni, conseguente recupero delle stesse con cicli di lavorazione di pulitura graduata, consolidamento ed integrazione pittorica.

 Immagini (19 )


Durante le operazioni di scialbo e recupero delle decorazioni originali

Sottarco prima e dopo il recupero delle decorazioni autentiche

Il Cristo nella mandorla dopo i lavori

Il Cristo Pantocratore nel Presbiterio, dopo il restauro

Navatella sinistra durante la pulitura

Bellissima Cappella restaurata
 Altre immagini

Prima e dopo

X

Affresco raffigurante la Mandonna durante la pulitura

Affresco raffigurante la Mandonna a restauro ultimato

Tondo figurativo prima del restauro

Tondo figurativo dopo il restauro

Volto di Madonna affrescato prima del Restauro

Volto di Madonna affrescato dopo i lavori

Cristo Pantocratore nella mandorla prima dei lavori

Cristo Pantocratore nella mandorla dopo il restauro

Porzione Navata prima dei lavori

Porzione Navata dopo i lavori

Decorazioni geometriche ritrovate, da restaurare

Decorazioni geometriche restaurate

Madonna ritrovata prima del restauro

Madonna ritrovata dopo il restauro

Figura di angelo prima dei lavori, dopo il discialbo

Figura di angelo dopo il consolidamento e il restauro
Particolari (12)
Il Team (1)
Restauri autorizzati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano
 
G.F. Marcato