STRUTTURA ARCHITETTONICA E APPARATO DECORATIVO
La Chiesa di S. Andrea viene edificata presumibilmente nel XIII secolo e ampliata nei secoli fino a raggiungere l'aspetto volumetrico attuale. La Chiesa si sviluppa su un disegno a pianta longitudinale suddiviso in tre navate: una centrale e due laterali. In fondo alla navatelle, verso il Presbiterio, troviamo due Cappelle con altari marmorei. Il valore decorativo è sottolineato dalla presenza di affreschi sulla navata, Presbiterio e Abside con soggetti a carattere figurativo, opera del pittore Enrico Volonterio e della Scuola del Beato Angelico.
INTERVENTO
Due sono stati i grandi interventi che hanno portato allo stato ante restauro: il primo nel 1983/88 che coinvolge principalmente le coperture a seguito di infiltrazioni che danneggiano decorazioni e affreschi e il secondo nel 1988/90 quando la Chiesa viene ridipinta quasi interamente dalla trabeazione in giù, coprendo gli apparati decorativi originali con tinteggiature monocrome di colore beige e verde chiaro. I lavori realizzati in due lotti hanno parzialmente riportato alla luce ciò che era stato nascosto:
Lotto I Navatelle laterali: si recupera l'apparato decorativo coevo agli affreschi del Volonterio (1921) della Cappella della Madonna nella navatella sinistra e le due campate di testa di navatella destra e sinistra. Nelle altre campate invece è stato realizzato un restauro di tipo conservativo con accompagnamento cromatico/tonale delle superfici con le tinte originali del Volonterio.
Lotto II Presbiterio, Transetti, Cupola: un importante recupero ha riguardato il fascione decorativo della semicalotta absidale con il ritrovamento di un motivo a candelabra su fondo rosso che accompagna l'arcone e ha riguardato il recupero delle cornici delle pannellature a spicchi della cupola centrale. Gli affreschi della semi calotta absidale, le specchiature figurative degli arconi e i pennacchi della cupola sono stati oggetto di un restauro conservativo tradizionale. Sulle superfici monocrome ridipinte negli anni '80 è stata seguita la stessa logica di mitigazione cromatica delle tinte adottata nel lotto I.