S. AMBROGIO 2008-2009 - Trezzano sul Naviglio (MI)
RESTAURO INTERNO E AFFRESCHI: PARETI LATERALI E CAPPELLE

STRUTTURA ARCHITETTONICA E APPARATO DECORATIVO

 

Chiesa di impianto medievale, fu edificata in epoca romanica; nel XVII sec. l’edificio subì una profonda trasformazione con l’ampliamento e l’edificazione della nuova Facciata. A questo periodo risale anche la parte preponderante dell’apparato decorativo ritrovato in buono stato di conservazione al di sotto di vari strati pittorici. La Chiesa si presentava ricca di particolari pittorici e decorativi  seicenteschie ad un livello di intonaco più profondo e delimitato a specifici settori dell’edificio, risalivano invece, lacerti di affreschi figurativi e decorativi più antichi, quattro-cinquecenteschi, ritrovati però, in mediocre stato di conservazione.

 

INTERVENTO

 

Avviati a giugno i lavori di restauro relativi al secondo ciclo di intervento, il progetto di recupero della Chiesa prevedeva il discialbo delle pareti laterali con la rimozione meccanica delle ridipinture recenti a mezzo di bisturi e, ove necessario, con l’utilizzo di compresse imbevute di sostanze ammorbidenti non aggressive, atossiche e a base di acqua. Tali operazioni, ormai ultimate, sono state seguite da una fase di rifinitura a bisturi e acqua deionizzata per il completo recupero delle superfici affrescate sottostanti. Le fessurazioni  presenti e gli eventuali danneggiamenti dell’intonaco sono stati riparati con malte a base di calce simili per granulometria e colore all’intonaco originario. Le preziose superfici affrescate, datate XVI e XVII secolo, sono state sottoposte a delicata pulitura graduata e, in base allo stato di conservazione e alla natura dei materiali utilizzati, ove necessario sono stati applicati impacchi su strato separatore di carta giapponese con carbonato d’ammonio. La fase finale che interesserà l’Opera di Restauro vedrà un’attenta reintegrazione delle piccole lacune pittoriche ad acquerello, tono su tono, eventualmente là dove necessario con la tecnica del rigatino al fine di restituire la dovuta unità di lettura dell’opera. Nelle zone dove non fosse possibile attuare un collegamento formale del tessuto figurativo-decorativo, evitando di ricorrere a reinvenzioni soggettive, si ridurrà l’ interferenza visiva dell’ intonaco di supporto con una lieve reintegrazione cromatica ad acquarello a fondo neutro (tecnica dell’astrazione cromatica). La velatura con patinatura delle superfici pittoriche in tinta unita concluderà e completerà il progetto di restauro.

 

Restauri autorizzati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano