STRUTTURA ARCHITETTONICA E APPARATO DECORATIVO del Santuario
Gli inizi del complesso costituente il Santuario Superiore e Inferiore della bella città di Corbetta risalgono al XII sec. con la costruzione del Santuario Inferiore a pianta a croce latina. Caratterizzato da un’architettura in stile rinascimentale, magistralmente espressa nella raffinata Cupola a cassettoni, il complesso venne poi trasformato ed ampliato nei secoli successivi; nel 1570 con l’edificazione delle Cappelle laterali e del Coro e nel 1582 con la costruzione del Tiburio. Architettonicamente piuttosto semplice ma di dimensioni ragguardevoli, il Tiburio è impostato su pianta ottagonale. Internamente si può notare la volta a spicchi a sesto rialzato, di una certa importanza. Nel 1556 venne invece avviata l’edificazione del Santuario Superiore, collocato al livello soprastante, ampliamento che rese il complesso monumentale organizzato su due livelli. Nel 1700 vennero attuate grosse trasformazioni al Santuario Superiore con il suo allargamento e la costruzione di due scaloni di accesso sui lati oltre alla costruzione della nuova Facciata. Di notevole importanza per i Fedeli che si recano in pellegrinaggio, il Monumento è di rara bellezza artistica oltre che sito di preghiera e di meditazione.
STRUTTURA ARCHITETTONICA E APPARATO DECORATIVO del Santuario Superiore
L’impianto risale al XVIII sec. e rappresenta un importante esempio di composizione e organizzazione artistica settecentesca: magnifica Cupola affrescata, decorazioni pittoriche ricche e pregiate, materiali lapidei originali del XVII sec.. Da notare per il pregio sia artistico che figurativo, l’affresco del Miracolo della Beata Vergine cui è dedicato il Santuario.
INTERVENTO
Le indagini stratigrafiche ed i numerosi sondaggi per lo studio delle metodologie e delle tecniche più idonee hanno permesso di accertare la successione nel tempo e la natura degli strati di finitura e degli intonaci. Durante i primi accertamenti si è notato che il diffuso annerimento delle superfici pittoriche era imputabile alla stesura di uno strato di sostanza di natura proteica che, alterandosi nel tempo, aveva conferito una patina brunastra alle originali cromie degli affreschi e delle decorazioni murarie. A questo punto si è passati ad un approfondito studio della metodologia di intervento, che si è prospettata fin da subito essere piuttosto complessa. Dopo la fase di pulitura e di rimozione dei depositi, si è proceduto con le riparazioni che hanno interessato i supporti murari ed il materiale lapideo e al loro consolidamento con le tradizionali tecniche del Restauro. Per quanto riguarda invece il restauro artistico, nel complesso nell’apparato pittorico non sono state individuate lacune tanto estese da impedirne la cucitura del tessuto sia cromatico che figurativo. Dove si è presentata comunque la necessità di intervento, si è operata una delicata reintegrazione tono su tono al fine di ricostituire collegamento cromatico e formale del tessuto figurativo. Si è quindi deciso di ricostruire il partito decorativo tramite la tecnica dello spolvero, riproponendolo in sottotono rispetto all’originale e si sono restaurati con cura il materiale lapideo e gli elementi decorativi plastici con relativo ripristino pittorico.
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Porzione dell'apparato decorativo prima del restauro
Apparato decorativo prima del recupero
Decorazione monocroma durante le prime fasi del restauro